Il codice a colori delle resistenze, non è così difficile, basta un po’ di pratica e memoria, per riconoscerete al volo il valore di una resistenza. Prima di tutto, bisogna prendere
la resistenza nel verso giusto. Per riconoscere il verso giusto, basta trovare la fascia argento o d’oro e girare la resistenza in maniera tale da avere la fascia trovato
verso destra. Fatto questo iniziate con vedere che colore è la prima e la seconda fascia. Le prime due corrispondo alle prime due cifre. La terza fascia è il moltiplicatore, ovvero il numero di
zeri che dovete mettere o togliere alle due cifre trovate. Ad esempio, la resistenza in figura, è del valore di 1,5kΩ. Ecco il procedimento:
Prima Fascia = marrone = 1; Seconda Fascia = verde = 5; Terza Fascia = rosso = x100 quindi 15 x 100 = 15000Ω ovvero 1,5kΩ.
Come potete vedere ogni resistenza ha una fascia finale che ne indica la tolleranza, ovvero il valore reale che potrebbe avere la resistenza. Questo succede perché
il valore reale dellaresistenza non sarà mai esattamente quello indicato sulla stessa, ma giù di li. Per calcolare di quanto può variare il valore potete fare questo semplice calcolo:
Valore Reale = Valore indicato +/- ((Valore indicato x tolleranza ) : 100 )
Quindi, per esempio, avendo una resistenza da 1KΩ (valore indicato) con una tolleranza del 10% avremo un valore reale compreso tra:
Valore Reale = 1.000Ω +/- ((1.000Ω x 10%) : 100)= 900-1100Ω
Quindi, misurando questa resistenza con un tester, dovremmo leggere un valore compreso in quel range. Se ciò non dovesse accadere, vuol dire che la resistenza è
danneggiata.
Invece per le resistenze a filo e quelle di potenza, il valore è indicato sul corpo della stessa, e bisogna far attenzione alla posizione, se c’è, della R. Infatti se essa è posta
davanti al numero che indica la resistenza, equivale ad uno 0 seguito da una virgola. Quindi R10 vuol dire 0,1
Ohm oppure R02 significa 0,02Ω. Se invece la R è posta tra due numeri, essa prende il significato divirgola. Quindi 1R2 è uguale
a 1,2Ω e 5R6 è uguale a 5,6Ω.
I condensatori possono essere associati a delle batterie ricaricabili. Infatti, come le batterie, i condensatori accumulano energia elettrica e la mantengono fino a quando essa non viene usata. Ovviamente ci sono delle enormi differenze tra le due. Ma come sono internamente i condensatori? Immaginate due piastre di metallo, piatte, messe vicine ma separate da un piccolo spazio d'aria (isolante). Collegando le piastre ad una fonte di corrente continua, la piastra collegata al polo negativo si caricherebbe di elettroni, che cercherebbero di raggiungere la piastra positiva, senza riuscirci (c'è l'isolante). Staccando la fonte d'energia, le cariche rimango sulla piastra, nell'attesa di andare all'altra piastra. Un fenomeno particolare avviene se il condensatore viene collegato ad una tensione alternata. Infatti il condensatore si comporterebbe come una resistenza che varia il suo valore resistivo in base alla frequenza della corrente alternata, e dalla capacità del condensatore (per maggiori informazioni: Reattanza). Ma perché accade ciò? Semplice, dato che la tensione alternata varia di continuo la sua polarità, succede che una piastra si carica di elettroni, mentre l'altra no. Quando viene invertita la polarità, gli elettroni accumulati in precedenza si scaricano sul polo positivo e nel frattempo l'altra piastra si carica di elettroniripetendosi all'infinito (o quasi).
Il simbolo grafico del condensatore è quello riportato di fianco. La capacità dei condensatori viene misura in Farad. Condensatori da un farad sono molto rari e particolarmente grossi da vedere, infatti è più probabile vedere condensatori più piccoli, che possono variare dai 2000uF (0,002 Farad) ai 10pF (0,000.000.000.01 Farad ) o anche di meno. Se avete delle difficoltà con le unità di misura, guardate qui.
I condensatori elettrolitici sono caratterizzati da una particolare caratteristica: sono polarizzati. Infatti, negli schemi elettronici, se vicino ad un simbolo di un condensatore trovate un +, vuol dire che quel condensatore è elettrolitico e il piedino positivo va collegato in corrispondenza del + indicato. La polarità, solitamente, è indicata sul condensatore da un "meno" sul lato del polo negativo. Attenzione ad non superare la tensione massima di esercizio (indicata sul condensatore) e di non invertire la polarità, pena la distruzione, se non l'esplosione, dello stesso. Questi condensatori hanno una elevata capacità, grazie a degli strati di carta porosa imbevuti di un liquido elettrolita, posti tra le due piastre come isolante.
Questi condensatori poliestere sono di media-bassa capacità, ma sono caratterizzati da una tensione di lavoro molto alta. Come isolamento hanno dei sottilissimi strati di poliestere e non sono polarizzati.
Questi condensatori ceramici sono di bassa capacità. Hanno solitamente una forma di disco di colore marroncino e come suggerisce il loro nome, le due piastre sono isolate da strati di ceramica. Sono dei condensatori molto precisi, e la loro capacità varia di poco in base alla temperatura. Vengono spesso usati in coppia agli Elettrolitici per stabilizzare meglio la tensione.
Dico decifrare, perché sono dei veri e propri codici segreti ed esistono vari codici diversi tra loro. Di seguito troverete i più comuni e usati.
Codice Americano
Per i valori compresi tra 1pF e 8.2pF, vengono scritti i valori così come sono scritti li, ovvero con il pF finale e come separatore il punto. Per i valori maggiori, viene scritto il valore in uF senza riportare l'unità di misura e sostituendo il "0," con un semplice punto.
Esempi: Sul condensatore c'è scritto .047 significa che è da 47nF oppure 0,047uF o ancora 47000pF che è la stessa cosa.
Codice Europeo
Per i valori compresi tra 1 e 8,2pF, vengono scritti sostituendo la virgola con una p. In questo modo:
1p2, 4p7, 8p2 ovvero 1,2pF, 4,7pF, 8,2pF. Per i valori compresi tra 10pF e 82pF vengono riportati solo con il numero senza il pF. Per i
valori tra 100pF e 820pF viene utilizzato il nF come unità di misura mettendo una n davanti al numero, in questo modo:
n01, n15, n82 cioè 0,01nF, 0,15nF, 0,82nF equivalenti ad 10pF, 150pF, 820pF. Per le capacità comprese
tra 1000pF e 8200pF il valore viene scritto in nF e con la n utilizzata come separatore, in questo modo: 1n, 1n5,
6n8 ovvero 1nF, 1,5nF, 6,8nF equivalenti ad 1000pF, 1500pF, 6800pF. Per i valori superiori ad 10.000pF vengono indicati i valori
in nF anteponendo una n, esempio 100n vuol dire 100nF ovvero 100.000pF.
Codice Asiatico (numerico a 3 cifre)
Sul corpo sono stampate 3 cifre di cui le prime due corrispondono alle prime due cifre del valore di capacità, e la terza al numero di zeri da aggiungere. Il valore è espresso in pF.
100 ossia 10pF
101 ossia 100pF
473 ossia 47000pF = 47nF
Fanno eccezione i valori compresi tra 1pF e 82pF che vengono indicati così come sono senza il pF finale.
La tolleranza
Anche per questo valore non potevano che mettere un codice pure per questo (altrimenti era troppo facile, no?). Per fortuna non è troppo complicato ed è unico. Su alcuni condensatori, soprattutto quelli al poliestere, viene scritta una lettera in maiuscolo. Ecco la corrispondenza:
M = tolleranza del 20%
K = tolleranza del 10%
J = tolleranza del 5%
Condensatori in serie e in parallelo
Collegando due o più condensatori in serie, al contrario delle resistenze, il valore finale della capacità sarà sempre inferiore al valore più piccole dei singoli condensatori. I condensatori in serie vengono utilizzati specialemente quando si lavora con le alte tensioni, dato che la tensione massima dei condensatore si somma. La formula è la stessa di quella per il calcolo delle resistenze in parallelo, ovvero:
Capacità finale = ( C1 x C2 ) : (C1+C2)
Tensione finale = Vmax 1 + Vmax 2
Collegando due o più condensatori in parallelo, avremo come capacità finale, la somma delle singole capacità (come le resistenze in serie). La tensione
massima però rimane invariata. Quindi la formula sarà:
Capacità finale = C1+C2